sabato 27 dicembre 2014

Funghi

Sabato 27 dicembre 2014

FUNGHI IN GIARDINO

amanita

Questo è il fungo ancora non sviluppato. Ha la forma rotondeggiante e come si vede, l'involucro si è già aperto. 


Questo è un altro fungo della stessa specie nato nei pressi del primo che è uscito dall'involucro e si è sviluppato. Anche non vedendolo si percepisce la sua presenza dall'odore piuttosto forte, acre e sgradevole. Però, a quanto pare, attira i mosconi.


Il fungo ha l'evidente forma di un membro maschile. L'ho confrontato con altre immagini di funghi di un'enciclopedia e penso che sia una specie dell'amanita falloide.




Questo è lo stesso fungo visto dall'alto. Presenta un'apertura sulla parte sommitale del cappello.


Dall'odore che emana penso proprio che si tratti di una specie molto velenosa


Domenica 28 dicembre 2014

Oggi il fungo presenta la sommità del cappello di colore  bianco in quanto ha perso in parte la sostanza che lo ricopriva.




Martedì  30 dicembre 2014



Si è aperto il fungo che sabato si presentava rotondeggiante con una spaccatura. E' cresciuto obliquo.


Il fungo visto dalla parte opposta alla precedente foto.


Qui si vede bene il foro che si trova sul cappello.

359. 28/3/2022

giovedì 14 agosto 2014

Il pesco


14 agosto 2014

Dietro il pesco si vedono le foglie secche della Washingtonia che svetta oltre il tetto della casa.

Questo è il pesco cresciuto nel giardino sette-otto anni fa. Si era ammalato, le foglie diventavano tutte appiccicose e mi sporcavano il marciapiede, i frutti cadevano giù ancora piccoli,  per cui quest'anno volevo che fosse tagliato. Ma in realtà è stata tagliata solo la parte che insisteva sul marciapiede e il resto è rimasto. Stranamente a un certo punto le foglie sono guarite e i frutti sono ingrossati. Abbiamo deciso però di raccoglierli ai primi segni di maturazione per metterli in frigo. Infatti la buccia di alcune pesche stava già per ricoprirsi di una sostanza nerastra. Conclusione: le pesche hanno continuato la maturazione nel cassetto del frigo, non si sono guastate, e sono grosse e buone. 
Stesso discorso per un pesco-noce del quale non avevamo mai assaggiato i frutti perché cadevano prima di maturare. Anche quest'albero aveva avuto una sentenza di taglio drastico, ma la condanna era stata rinviata. Quest'anno le piccole pesche sono maturate, e sono veramente buonissime. Peccato che siano poche! Il gusto è anche mangiarle con la buccia dato che non hanno conosciuto alcun prodotto medicinale. 
Mi rimane da svelare il mistero di queste guarigioni miracolose. Posso attribuirle ad un inverno particolarmente mite e ad un'estate non eccessivamente calda. Non so spiegarmela diversamente. Quest'anno il nespolo e l'albicocco hanno caricato in maniera impressionante, l'ortensia non ha perso neppure una foglia durante l'inverno e ha dato una fioritura particolarmente abbondante, e anche questo non me lo so spiegare se non con il clima.






28 marzo 2022




Due anni fa il pesco è stato eliminato tranne il ceppo che ha prontamente fatto crescere altri lunghi rami. Mi sono prodigata per eliminarli ma la natura ha vinto e due rami si sono salvati fino ad essere troppo grossi per le mie cesoie. Quest'anno ha fiorito abbondantemente e i fiori sono piuttosto grandi. Mi aspetto che i frutti non siano sani. Vedremo.





Però devo riconoscere che la natura ci fa meravigliosi regali che ci restituiscono un po' di gioia e di speranza in questa vita che la nostra bella società di antropoidi fa di tutto per rendere erta e difficile.

91. 28/3/2022





22 agosto 2022

Dai fiori sono nate le pesche, tante, tante pesche. Un ramo toccava terra e abbiamo dovuto puntellarlo. In questi giorni stiamo cogliendo i frutti che man mano maturano. Alcuni sono marciti e sono caduti con profitto delle tartarughe che si trovano nei paraggi. Occorre consumarle appena mature perché se aspettiamo marciscono e sono da buttare. Ho stimato un carico da 50 a 70 chili e forse sono anche di più. Viva la natura!





9 settembre 2022
Già da una settimana abbiamo colto tutte le pesche. Erano molto buone, dolci e saporite. Peccato che siano finite! Per una decina di giorni non ho dovuto acquistare frutta e abbiamo fatto la cura delle pesche a pranzo  e a cena. 

venerdì 25 aprile 2014

Le api

Eravamo in campagna lunedì mattina 14 aprile 2014. Siamo tornati giovedì sera 17 aprile 2014. Sono andata ad aprire il portellone e dopo i giri di chiave ho tirato l'anta destra verso di me. Mi sono vista piovere addosso dei grossi granelli scuri dall'alto e non capivo proprio che cosa fossero. Mi sono sentita pungere in testa e su una mano e ho visto tanti insetti volarmi intorno, ed entrarmi nella larga manica del golfo. A quel punto mi sono messa a gridare e sono scappata.
Ero molto spaventata e siccome mio marito aveva la pompa in mano ho pensato che, a tutto male andare, mi sarei fatta "innaffiare". Ma non c'è stato bisogno di ricorrere a un metodo così drastico.
Le  punture non erano tanto dolorose come quelle della vespa e mi sono accorta di avere i pungiglioni conficcati nella mano e sulla testa. Ho estratto quello della mano e ho capito che gli insetti erano api.
Le api mi hanno subito lasciata e, passato lo spavento, mi sono avvicinata al portellone per capire meglio che cosa stava succedendo.
Da una certa distanza ho osservato la situazione e così ho visto che lo spazio tra la vetrata e il portellone nella parte alta era occupato da un enorme accumulo di api. Impossibile avvicinarsi. Che fare?


Nella foto l'anta sinistra del portellone è ancora chiusa. Le api sono entrate quando le due ante erano completamente chiuse, sfruttando uno spazio minimo tra il portellone e il muro. La finestra è orientata a sud-est, una posizione ideale per le api.



 Prese le dovute informazioni in internet sulla prassi da seguire in simili circostanze  abbiamo telefonato ai vigili del fuoco i quali ci hanno risposto che in caso di vespe sarebbero intervenuti loro per eliminarle, ma le api sono insetti protetti e ci hanno dato i recapiti di due apicultori.
Il giorno dopo un apicultore ha provveduto a liberarci dell'inconveniente che per un allevatore di api è invece fonte di reddito.

Le api nel frattempo, da infaticabili lavoratrici, avevano già provveduto a costruire un favo e avevano già iniziato a fare i primi depositi di miele.





Ho così imparato che non è raro trovare sciami di api che si sono introdotte in luoghi impensabili, come ad esempio i cassettoni delle serrande di una casa abitata. Pare che quando in un alveare nasce una nuova regina, la vecchia regina debba andare via con il suo seguito e vada a trovarsi un altro posto adatto allo scopo.
Per mia fortuna le api pungono solo in casi di eccezionale gravità perché pungendo perdono il pungiglione e anche l'apparato digerente votandosi così alla morte.
Le vespe, di cui ho già provato più volte il pungiglione, sono molto più pericolose perché pungendo non rischiano nulla.

E mentre il dolore della puntura di vespa è molto più forte e dura alcuni minuti per poi scomparire del tutto, l'ape mi ha prodotto per un paio di giorni l'arrossamento della zona interessata e un blando fastidio. Con mia sorpresa però, l'arrossamento è ricomparso il giovedì successivo 24 aprile e dura ancora. La sera di mercoledì 23 aprile ho preso una pastiglia di antibiotico e non ho potuto fare a meno di collegare i due fatti. C'entra forse il fegato? Si è anche manifestato un insistente prurito che mi ha costretto ad usare una pomata, cosa che non avevo fatto al momento della puntura.

La disavventura ha avuto però un riscontro positivo. Infatti parlandone con amiche ho scoperto che a due passi da casa c'è un negozio dove ho trovato ottimo miele sardo a un prezzo incredibile.
Come suo dirsi, "Non tutti i mali ..."